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Lena Damico

INTERFERENZA MEDIATICA︱Naomi Vona


Il mondo dell'arte è in costante evoluzione: l’unica cosa che è rimasta immutata nel tempo è la critica che gli artisti fanno sulle questioni sociali attraverso il loro lavoro. Che si tratti di immagini di guerra, riflessioni sul clima politico attuale o ingiustizie sociali, questi temi continuano ad essere visti attraverso gli occhi creativi degli artisti.


Nel XXI secolo, Naomi Vona fa proprio questo. L'arte di Vona combina collage, illustrazioni e fotografia. Attraverso questi mezzi, crea opere d'arte strettamente connesse alle sue prospettive sull'industria della moda, sul femminismo e sul tema del tempo, che spesso simboleggia attraverso l'uso di foto d'epoca; il suo obiettivo è portare il passato nel futuro.


Nata e cresciuta in Italia, Naomi è sempre stata interessata all’arte. Da bambina ha iniziato a sperimentare con la pittura, il collage e l’illustrazione: in modo particolare era interessata ai fumetti italiani e ai manga giapponesi. A 14 anni Naomi sceglie di fare il liceo artistico, così da iniziare il suo percorso creativo che la porta a concludere i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, specializzandosi in design e fotografia.

Naomi, che adesso vive e lavora a Londra, trova ispirazione per la sua ricerca creativa in movimenti artistici come il surrealismo e la pop art. Quello che potete notare in quasi tutte le sue opere è la sua capacità di lavorare con immagini esistenti, trasformandole in qualcosa di completamente nuovo, unico e personale. Nel 2002 Naomi inizia a dipingere su riviste di moda, e nel 2013, dopo essersi laureata all'università, inizia a lavorare più intensamente sui collage, cercando immagini (soprattutto foto vintage) e dando loro una nuova vita e storia. Questo progetto la porta successivamente a lavorare ad uno dei suoi progetti più noti, "Selling Lies", che ha completato dopo 3 anni. Inizialmente ispirata alla sfida creativa di Instagram "100 Days Challenge", Naomi ha completamente trasformato una rivista di moda in un diario visivo, creando "un ponte di comunicazione tra gli annunci privi di significato e il suo punto di vista personale sull'industria della moda", interagendo anche con i suoi follower online. Inizialmente questa idea è nata quando Naomi era una studentessa di design, dove voleva trasformare le modelle in mostri o creature spaventose, dando loro una personalità e un ruolo molto più ampio rispetto a quello di un semplice “manichino”. Nel 2017, quando l'artista ha ripreso in mano questa idea per partecipare alla challenge su Instagram, il suo obiettivo era quello di criticare l'industria della moda e la percezione dei corpi femminili, creando messaggi significativi utilizzando il suo stile artistico.



Il progetto “Selling Lies” si è anche ispirato alle esperienze che Naomi ha vissuto a Milano, dove l'alta moda e il design sono ovunque si guardi, e tutto sembra essere lucente e perfetto. Naomi ama creare arte che vada contro qualcosa di così bello e glamour perché, in realtà, è un mondo molto piatto e superficiale. Anche se abbiamo visto un cambiamento drastico nell'industria della moda nell'ultimo decennio, inclusa un'impennata nell'inclusività, Naomi sottolinea che questo ancora non è abbastanza. Per l’artista i temi su cui focalizzare l’attenzione sono la mancanza di profondità nell'industria, l'iper consumismo e la costante pressione sulle modelle per rimanere magre e apparire sempre giovani e belle.



Qual è il futuro dell'arte, della moda e della fotografia analogica? Queste sono le domande a cui Vona sta cercando di rispondere attraverso i suoi progetti artistici e i suoi workshop. Nel 2017, Naomi inizia a fare workshop grazie ad un'amica artista che lavorava per Facebook. Grazie a questa prima esperienza non solo è riuscita a parlare della sua arte, ma ha iniziato a coinvolgere la sua comunità locale, fornendo strumenti per essere creativi attraverso la sua ricerca artistica. Questa capacità di connessione, insieme al suo primo workshop fatto all’interno degli uffici di Facebook, è stata la spinta per Naomi a lanciare una serie di altri workshop. Uno dei materiali più utilizzati da Naomi è la washi tape (un tipo di nastro adesivo giapponese). Poco dopo il suo primo workshop, Naomi contatta il rivenditore ufficiale di questo materiale nel Regno Unito, il quale aveva già collaborato con altri artisti in passato per fare dei workshop. Notando il talento di Naomi e l'uso creativo che l’artista faceva del loro materiale, iniziano a chiederle di lavorare con loro per fare dei workshop. Questa esperienza la spinge successivamente a lavorare anche con altre aziende. Dopo queste esperienze lavorative, Naomi inizia a contattare negozi e spazi creativi che potessero ospitarla per fare workshop in maniera indipendente. Grazie ai workshop, Naomi realizza che poteva creare connessioni dirette con i suoi studenti: qualcosa che, sottolinea Naomi, è molto più importante per lei rispetto al semplice atto di creare arte.



Vona ricorda costantemente ai suoi studenti di guardare al passato per capire cosa deve essere creato nel presente e per il futuro della società. Li incita anche all'approccio critico a ciò che vediamo, dicendo loro di osservare le cose che ci circondano in maniera più profonda. Ad esempio, durante gli eventi sulle riviste di moda, l’artista chiede ai suoi studenti di guardare l’immagine pubblicitaria prima di dipingerla, assicurandosi che riflettono criticamente su quali altri messaggi più personali potrebbero trapelare dalla superficie patinata della rivista.


Per Naomi, essere critici è più importante dell'osservare passivamente. È un gioco pericoloso assorbire informazioni senza pensare. Senza riflettere criticamente sugli annunci che ci vengono proposti oggi, specialmente quelli riguardanti l'immagine del corpo (come annunci per la perdita di peso e la chirurgia plastica), rischiamo di farci travolgere dalle nostre insicurezze, senza comprendere l’assurdità di quello che ci viene propinato. “Dobbiamo comprendere i messaggi che ci circondano per capire cosa deve essere cambiato”, sottolinea Vona ai suoi studenti.



Quello che è iniziato come un progetto creativo per Naomi, si è trasformato nel tempo in un progetto condiviso con una comunità di persone tutte le età e provenienti da tutto il mondo. Dalla crescita di popolarità di Naomi attraverso la sua "100 Days Challenge", alla sua capacità di creare workshop per condividere le sue competenze, quello che è davvero importante per lei è aiutare le generazioni più giovani ad esprimersi e a migliorare il loro futuro attraverso la comunicazione visiva. Attraverso il pensiero critico e l'arte, possiamo evolvere come persone creative, non solo come esseri umani. E soprattutto per i giovani, Naomi li incoraggia a partecipare a cose molto più grandi di loro stessi. Fare una “piccola differenza” può diventare grande una volta che condividiamo ciò che pensiamo con gli altri. Proprio come la moda e l'aumento dell'iperconsumismo, dove le tendenze cambiano e svaniscono nel giro di un mese, Naomi sottolinea l'importanza di connettersi con la vita reale, piuttosto che con ciò che è di tendenza. Con il potere della connessione, della comunità, del pensiero critico e del potere delle nostre voci, le generazioni più giovani possono continuare a trarre il massimo dal peggio, specialmente durante l'era digitale.


Naomi's playlist for Withitgirl!


 

Grazie all'aiuto di Marialidia, Naomi, GBT3.5 + google translate per la traduzione italiana di questa storia!


Lena è cresciuta a New York City ed è venuta sulla costa occidentale per studiare graphic design e comunicazione. Le piace creare arte (soprattutto collage), stare all'aria aperta, trovare nuova musica e spera di migliorare le sue abilità nel surf nel prossimo anno. Lena è il team leader del podcast Talkaboutit. Lena sta attualmente terminando i suoi studi accademici presso l'UCSB.


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Tutti i media per gentile concessione dell'artista


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